I disturbi dell’alimentazione sono sempre più comuni, specialmente fra i giovanissimi (ma non solo) e sono connessi e riconducibili a problemi psicologici di fondo come la stima di sé, le insicurezze, il rifiuto di sottostare alle regole familiari. La psicoterapia esistenziale ha un vasto campo di azione e molte probabilità di riuscita con un trattamento mirato a chiamare in causa le emozioni che sono alla base dell’anoressia, della bulimia e del binge eating, per nominare soltanto i disturbi maggiori e più noti. Oggi diamo etichette moderne a comportamenti che sono molto antichi, spesso mascherati e rimasti senza una risposta adeguata nell’ambiente familiare o sociale o geografico. Il terapeuta esistenziale metterà in gioco se stesso attraverso l’uso dell’empatia profonda, per poter vivere la condizione del disturbo alimentare insieme a chi manifesta il disagio mangiando compulsivamente, oppure negandosi il cibo o sottoponendo il corpo alla tortura dell’ingresso eccessivo e dell’espulsione forzata del cibo. L’anoressia, anche se in crescita nella popolazione maschile, è un disturbo prevalentemente femminile che colpisce in genere le adolescenti e che merita grande attenzione perché può portare a danni permanenti e in alcuni casi alla morte. Esiste una anoressia che consiste nel vedere il cibo come un nemico del corpo e una anoressia che nasce invece dalla fantasia di poter scolpire e modificare il corpo non solo negando il nutrimento ma anche imponendo performance eccessive in palestra.
Il tema dell’abbuffata, sia quando questa è seguita dall’espulsione forzata del cibo, che nel caso in cui il cibo sia trattenuto con forti sensi di colpa, è ricorrente in quasi la metà della popolazione che ama la dieta mediterranea ma eccede nell’uso e nell’abuso di carboidrati. La terapia esistenziale mira a risolvere ciò che sta dietro gli eccessi in entrambi i sensi non soltanto mostrando la pericolosità dei danni, ma alleandosi con il paziente in una ricostruzione comune del suo cammino emotivo, così da poter sciogliere i nodi che stanno dietro l’alimentazione sbagliata o pericolosa. Talvolta si tratta anche di affrontare gli usi e costumi delle famiglie e una carente conoscenza della buona alimentazione, costruendo con il paziente un progetto di alimentazione ideale ispirata sia alla vitale normalità, sia al principio secondo cui mangiare è prima di tutto un piacere e non una ossessione, una negazione, una compulsione o un castigo. L’accompagnamento alla scoperta del principio di piacere è infatti una pratica empatica che mira a spazzare via le inutili angosce e i superflui sensi di colpa, riconquistando il controllo sull’immissione di cibo nel corpo e ricongiungendo nella loro armonia il corpo e la mente in conflitto fra loro.
La dottoressa Filastro riceve :
Roma , Via Gaetano Moroni 20 ( a 100 metri da metro B fermata Piazza Bologna )
Ladispoli , Viale Italia 82